Due giorni intensi dedicati allo studio degli elementi cardine del libro e della costruzione del testo: questi gli argomenti affrontati nel primo fine settimana del corso Scrivere un libro promosso da Scuola Passaggi, la scuola di scrittura istituita da Passaggi Festival, che si è svolto sabato 2 domenica 3 ottobre a Fano nelle sale della Mediateca Montanari.

Scrivere un libro: l’incipit e il finale secondo Lorenzo Pavolini

In cattedra scrittori ed editor di fama nazionale hanno proposto agli allievi lezioni, laboratori di scrittura e lectio magistralis: Lorenzo Pavolini, già finalista al premio Strega e già voce amatissima di Rai Radio Tre, ha approfondito incipit e finale, individuandoli in alcuni dei migliori esempi della letteratura internazionale, da Italo Calvino a Silone, da Kafka a Henry James.

Dal ‘finale aperto’ molto usato nei romanzi di genere al ‘finale fuori dalla pagina’ che lascia grande spazio al lettore, al ‘finale con profezie’, Pavolini ha sottolineato come ci siano finali improvvisi, a sorpresa, meravigliosi che però restano ambigui e, di rimando, lettori che non amano l’ambiguità e altri che invece preferiscono interpretare.

Il consiglio di Cristiano Cavina: “Perdetevi nella scrittura”

Nel corso Scrivere un libro, Cristiano Cavina, scrittore originario di Casola Valsenio piccolo paese dell’Appennino faentino, dove ha ambientato molti dei propri libri e vincitore nel 2006 del Premio Tondelli, ha parlato della scaletta, quello schema mentale prima ancora che tracciato su un foglio, con il quale ogni autore deve confrontarsi prima o poi per arrivare in fondo al proprio progetto editoriale.

Cavina ha sottolineato l’importanza di farsi prendere dalla scrittura e di perdersi in essa, perché ciò che rende felice chi scrive è anche ciò che rende felice chi legge: “Non c’è un libro per cui uno dice ‘oh chi l’avrebbe mai detto’ ha affermato- la storia è sempre la stessa storia, quello che interessa non è cosa raccontate ma come voi lo raccontate”.

E allora, dal momento che raccontare è trovare il proprio modo di abbracciare, ogni scrittore dovrà trovare il suo per arrivare dritto al lettore.
Da qui, l’importanza di costruire una storia a partire dal proprio sguardo, ovvero da qualcosa che, il più delle volte, scorgiamo ai margini del campo visivo e non da ciò che abbiamo di fronte, anche mettendo la lente in una sottostoria attraverso la quale la Storia con la lettera maiuscola si possa raccontare di riflesso.

Con Alessio Torino, scrittore e lettore crescono insieme

È stata la lectio magistralis di Alessio Torino, vincitore proprio quest’anno del Premio Internazionale Mondello, incentrata su come “Preparare un racconto” a chiudere la prima giornata del corso.

Torino ha posto l’accento sull’importanza di crescere non soltanto come scrittori; ma anche come lettori, sottolineando la necessità che una parte del nostro cervello sia sempre un po’ attenta e non si abbandoni soltanto al piacere, con l’obbiettivo di tenere un occhio aperto sulla struttura del testo.

La lectio è poi proseguita con la lettura di “Campo indiano”, racconto esemplare di Ernest Hemingway capace di sintetizzare con efficacia e brevità un intero arco narrativo.
Abbiamo cercato di capire – ha spiegato Torino- come un racconto di cinque pagine di Hemingway possa avere sul lettore lo stesso effetto di cinque atti di tragedia”.

Claudio Panzavolta: “Un buon editor è come un buon paio di occhiali”

Il sabato si è concluso con la presentazione promossa da Scuola Passaggi e aperta al pubblico, dell’ultimo romanzo di Claudio PanzavoltaAl passato si torna da lontano” (Rizzoli).

Lo scrittore ed editor nella giornata di domenica ha tenuto due laboratori di scrittura con esercizi mirati e revisione, dedicati a ‘macroediting’, l’editing strutturale del testo e ‘microediting’ il cosiddetto editing riga per riga che, a volte, coincide anche con la correzione di bozze.

“Penso che l’editor per chi scrive, debba svolgere la stessa funzione di un paio di occhiali –ha affermato Panzavolta- con le lenti realizzate su misura per la voce e lo sguardo dell’autore, così da aiutarlo a mettere a fuoco ciò che ancora non lo è, e a prendere piena consapevolezza di quanto ha scritto. Un buon editor, come un buon paio di occhiali, non aggiunge nulla, ma ‘semplicemente’ aiuta a vedere (e quindi raccontare) meglio ciò che, in taluni casi anche solo in potenza, già c’è”.

Scrivere un libro, I prossimi appuntamenti della scuola di scrittura

Il corso Scrivere un libro prevede altri due fine settimana di lezioni che svolgeranno nelle sale della Memo il 13 e 14 novembre e il 18 e 19 dicembre con i docenti Lorenzo Pavolini, Graziano Graziani, Massimiliano Virgilio, Frida Sciolla e Giorgio Van Straten.
Qui tutte le informazioni e il programma completo.

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